La novità degli ITS

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Il valore della conoscenza riguarda qualsiasi tipologia di professionalità e ruolo lavorativo. Ed è, senza alcun dubbio, di inestimabile pregio. Questi valori, oggettivamente, sembravano essersi persi col passare del tempo, complice una società che mostrava il peggio del proprio lato, dove parole come “competenza”, tanto per citarne una particolarmente in voga, veniva quasi considerata “demodé”.

Oggi, però, le cose sono fortunatamente cambiate, grazie, in primis, alle nuove generazioni, quelle nate e cresciute con in mano uno smartphone e voglia di “sapere”, conoscere mondi nuovi ed apprendere nuove conoscenze, come non si vedeva da decenni nel nostro paese.

Cosa sono gli ITS e la finalità per la quale sono stati creati

Manna dal cielo”, verrebbe da dire, per il tessuto industriale ed economico del nostro paese, che può far leva su ragazzi intraprendenti, desiderosi di poter cogliere le opportunità offerte dal mercato del lavoro, al quale vogliono accedere, però, adeguatamente preparati agevolando il compito di tutte quelle aziende nostrane che, in particolar modo in una zona del nostro paese, sono alla ricerca di personale qualificato.

E faticano, a detta degli stessi imprenditori, nel reclutamento di queste indispensabili figure professionali, primi attori, spesso, del successo di un’impresa. Una parte del nostro paese che reclama l’inserimento di nuove figure in ambito aziendale, è certamente il Veneto. Una regione di capitale importanza per il benessere della nostra nazione, che offre la possibilità di trovare un impiego dopo essersi adeguatamente formati, come accade a chi frequenta uno dei corsi gratuiti in Veneto.

Basti pensare, infatti, che Veneto, Lombardia e Emilia Romagna cubano quasi il 40% del PIL nazionale e sono, numeri alla mano, il cuore pulsante dell’economia reale italiana. Ed è proprio per l’esigenza delle imprese italiane di avvalersi di personale altamente qualificato, che il nostro paese, con una direttiva del 2008 entrata in vigore nel 2010, ha istituito una nuova tipologia di formazione creando gli ITS, acronimo di Istituto Tecnico Superiore.

Questi istituti sono stati ideati come ente formativo di livello post secondario non universitario, al quale può farvi accesso solo chi possiede un diploma di scuola superiore di II° grado. La motivazione che ha portato alla nascita degli ITS è stata chiara sin da subito: fornire al nostro paese figure professionali d’eccellenza in determinate aree tecnologiche e industriali del nostro paese.

I dati, estremamente confortanti, dei primi dieci anni di ITS

Le aree che fanno parte di questo progetto sono sei: mobilità sostenibile; nuove tecnologie della vita; efficienza energetica; tecnologie per i beni, le attività culturali e il turismo; tecnologia dell’informazione e della comunicazione; tecnologie al servizio del “Made in Italy”, con particolare attenzione ai settori agroalimentari, moda, casalinghi e meccanico.

Un elenco che fa comprendere, meglio di qualsiasi altro discorso, come la nascita di questi istituti sia stata concepita per sostenere le nostre imprese, renderle maggiormente competitive e pronte a reggere le sfide dei mercati internazionali, dove la competitività cresce, esponenzialmente, col passare del tempo.

A poco più di dieci anni dalla loro istituzione, in Italia si possono contare circa 110 ITS sparsi lungo tutto lo Stivale, tra cui si segnala quello Aeronautico recentemente inaugurato a Ragusa, nella provincia più meridionale, geograficamente parlando, del nostro paese. I corsi, mediamente, durano circa due anni e prevedono che almeno due terzi della fruizione sia svolta sotto forma di tirocinio direttamente in azienda.

Un altro dato interessante, poi, riguarda il personale docente: oltre la metà, infatti, proviene direttamente dal mondo aziendale. Ma sono altri i numeri più confortanti, che fanno comprendere quanto siano estremamente utili gli ITS: degli oltre 18 mila studenti che hanno frequentato questi istituti, l’85% ha trovato un impiego entro i dodici mesi dalla chiusura dei corsi.