Riforma della scuola cosa cambia nel 2018?

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Riforma della scuola cosa cambia nel 2018

Riforma della scuola cosa cambia nell’anno scolastico 2017-2018?

Dal dopoguerra in poi non c’è stata forse riforma più controversa che quella della scuola. Anzi, riforme, visto che se ne sono alternate tante e contestatissime.

E il motivo è abbastanza intuitivo poiché, di fatto, l’istituzione scolastica, notoriamente arretrata in Italia, non ha mai dato il meglio di se stessa. Un’impostazione generalmente obsoleta, nozionistica, sgradevolmente professorale e impietosamente isolata dal contesto sociale, ha mantenuto la qualità dell’insegnamento nel nostro Paese, bassa, in controtendenza con le moderne democrazie occidentali.

È  tutto così in Italia? Probabilmente no, ci sono ovviamente anche le eccezioni, eppure il punto di contatto con il lavoro e con la società, cosa che dovrebbe essere essenziale nell’istituzione scolastica, praticamente non c’è mai stato. Se la scuola ha il compito di formare il cittadino, non lo ha mai fatto in maniera adeguata e sostanziale, come se il lavoro fosse un’altra cosa, e anche la società fosse altra cosa.

Riforma della scuola cosa cambia: le materie d’insegnamento

Riforma della scuola cosa cambia

Se solo pensiamo che la materia che dovrebbe essere l’insegnamento principe in ogni scuola di ogni ordine e di ogni livello, praticamente non c’è più, l’educazione civica, ci rendiamo conto di quanta insipienza e scarsa intelligenza ha governato le menti eccelse dei nostri politici. E ancora, invece di istituire un insegnamento non solo importante ma fondamentale come quello dell’apprendimento della Carta Costituzionale, si è preferito mantenere insegnamenti come quello della Religione.

E ancora. Invece di favorire le materie scientifiche, quelle tecniche, lo sviluppo delle menti verso le tecnologie più avanzate, continuiamo a considerare tutt’ora la scienza come qualcosa di non basilare, di secondario rispetto alle materie umanistiche. Nel frattempo ci stanno superando su queste materie quasi tutti.

Ma tant’è, questa è la situazione, e come tale ce la teniamo. Almeno fino alla prossima riforma. E che dice la prossima riforma, anzi, la presente riforma, quella della “buona scuola”? Ha veramente e avrà veramente un impatto importante sul mondo dell’istruzione, sia per i docenti sia per gli studenti, o sarà un nuovo, l’ennesimo passo sbagliato?

Riforma della scuola cosa cambia: il biennio 2017/2018

Il biennio 2017-2018 a detta di molti, dovrebbe essere importante per alcune novità di rilievo introdotte nell’ambito scolastico. Asili Nido e Scuole dell’Infanzia vengono a far parte di un unico polo, da zero a sei anni. Qui vengono messi a disposizione 209 milioni per l’ampliamento dei servizi. Ci saranno nuove regole per quel che riguarda inoltre gli esami di terza media: le prove INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di Formazione) vengono spostate nel corso dell’anno e a esse si aggiunge l’esame di inglese.

Per quel che riguarda invece gli studenti del Quinto Superiore, l’introduzione delle novità riguardanti la Maturità, vengono spostate nel 2019, con un sospiro di sollievo per molti. E’ disponibile comunque il nuovo portale sull’alternanza scuola-lavoro, che conferma, finalmente, la necessità di creare una connessione più forte e diretta fra la scuola stessa e il mondo del lavoro.

Per quel che riguarda la scuola elementare, non ci sono novità di rilievo. Probabilmente quella principale è inerente alla creazione dei poli per l’orientamento artistico e performativo; tramite questi si tratteranno in maniera più mirata e intensiva l’arte in generale e la musica. E gli insegnanti, quale sarà il loro stipendio? Nel momento in cui diviene operativo il nuovo contratto nazionale nel settore pubblico, si ha un aumento medio di circa 85 euro.

Per quel che riguarda le curiosità, se vogliamo considerarle tali, lo smartphone può essere di nuovo utilizzato in classe, se gli insegnanti lo ritengano necessario. Il tutto è regolato da un’apposita circolare. Questa dovrebbe essere la buona scuolahttps://labuonascuola.gov.it/. Tutte queste cose devono essere applicate in maniera precisa e devono andare, come si suol dire, a regime. Vedremo se le novità saranno sufficienti a far fare un salto di qualità vero al mondo dell’istruzione nel nostro Paese.